sabato 27 agosto 2011

Recesione dall'allegato "D" di Repubblica del 27 Agosto

Ecco la recensione sull'allegato "D" di REPUBBLICA di oggi. Ringrazio Lara Crinò per la recensione, che considero lusinghiera, così come ringrazio Giuliano Aluffi per l'articolo di ieri. Attendo Vostri commenti. Ciao a tutti.

Recensione da "Il Venerdì di REPUBBLICA" del 26 Agosto

Carissimi, Vi invio la recensione di Il Venerdì di REPUBBLICA del 26 Agosto. Mi pare buona.  Fatemi conoscere la Vostra opinione.

venerdì 26 agosto 2011

I professionisti della salute

APERTURA di Carlo Mazza
"Un avvocato integerrimo con amici che si sono arricchiti razziando soldi pubblici. O che sono entrati in banca per gestire gli affari favoriti dagli appalti alle imprese private della sanità pubblica. Legami pericolosi che possono portare alla morte."



L'avvocato Augusto Spadaro percepì una vaga ostilità nello sguardo del professor Niccolò De Marinis. Si accomodò in poltrona, nella quieta penombra del salotto che odorava di cera. Il professore era in vestaglia. «Un'ostentazione di indifferenza», rifletté preoccupato Spadaro. Poi si rincuorò immaginando che potesse trattarsi piuttosto di una prova di familiarità. Entrò di corsa un minuscolo cocker. Abbaiò un paio di volte verso Spadaro, che gli rivolse un lieve sorriso celando la propria avversione per i cani.
«Come sta la signora Paola?» chiese Spadaro.
«Bene» rispose De Marinis. «È uscita a fare compere con Giulia. Dovrebbero tornare tra poco. Lo sai che Giulia la settimana prossima si laurea con una tesi su "Economia e legislazione per l'impresa"?».
«Tua figlia è sempre stata una ragazza in gamba».
«E tu? Sempre impegnato in politica?»
«Le cose sono molto cambiate. Ma quando Leo ha bisogno di me io rispondo all'appello».
«Leo?»
«Leonardo Barracane, il senatore».
«Ah, lui. Sempre in gamba, immagino».
«Infatti. Spesso mi chiede di te. Come pure Anniboni».
«Il ministro? Sono lusingato. E tu che cosa gli dici?»
«La verità» esclamò Spadaro in tono di bonario rimprovero.
«Che sei un misantropo».
«Il lavoro mi prende molto».
Prima dell'incontro Spadaro aveva riepilogato mentalmente e con la massima cura le proprie argomentazioni. «Sono qui per farti una proposta» disse serio.
«Ti ascolto» rispose De Marinis con la consueta aria austera.
«Mi pare che il lavoro di consulenza che la Banca Normanno ti ha affidato per certificare la qualità dei crediti proceda bene».
«Direi di sì».
«Se tu avessi bisogno di qualcosa considerami a tua disposizione. Per esempio, riguardo alle stanze che sono state allestite per te e i tuoi collaboratori, se ci fosse necessità di altri armadi per sistemare le pratiche da esaminare o di un tavolo per le riunioni, fammelo sapere. Qualsiasi cosa, lo sai».
«Dispongo già di quanto mi serve. Il presidente è stato molto cortese, mi ha accontentato in tutto. Ha scelto anche i quadri da appendere alle pareti, tra cui uno di un austriaco dell'Ottocento, un certo Bauer, che pare abbia un discreto valore. Comunque, grazie».
«Sai che per il rilancio della nostra banca il lavoro che ti è stato richiesto è decisivo. Lo riteniamo il punto di partenza per il risanamento».

giovedì 18 agosto 2011

LUPI DI FRONTE AL MARE: ANTEPRIMA E-BOOK

"Dal noir al pulp, dall’horror alla commedia, generi diversi per rompere la crosta del non detto: sabotare il silenzio quotidiano su temi inquietanti eppure rigorosamente taciuti".

In anteprima, i primi due capitoli del libro in uscita il 24 Agosto.



(Per aprire il link è necessario un software Epub Reader)

martedì 9 agosto 2011

Lupi di fronte al mare - Presentazione Catalogo Edizioni E/O

Lupi di fronte al mare è il racconto di una città depredata e dolente, Bari, ritratta con un magistrale affresco che narra di cupidigie e di solitudini. Il capitano Bosdaves, militare ironico e disincantato, al comando di una compagnia di carabinieri, penetra nella coltre vischiosa di un intricato sistema di interessi e complicità, che lega la malavita e la politica alla sanità privata e agli ambienti finanziari, in un grumo denso e infetto.
Il presagio della tragedia, come un uccello rapace, incombe tra le pagine di un romanzo acre e vitale, attraversato da personaggi spietati e ingenui allo stesso tempo, divorati da un’avidità incontrollabile che consuma i loro destini.
La vicenda e il contesto vibrano di forza emblematica: Bari si mostra quale rappresentazione di un intero Paese, segnato da un malessere che, oltrepassando tempi e luoghi, svela la sua natura esistenziale.
Un romanzo sull’invincibile potere della corruzione, arginato dalla misteriosa costellazione dei sentimenti ma radicato come un’eterna condanna nello sperduto cuore degli uomini.
In libreria dal 24 Agosto

LUPI DI FRONTE AL MARE

LUPI DI FRONTE AL MARE é nato come una sceneggiatura cinematografica, infatti più della metà del testo ha una forma dialogica (che prediligo anche per la mia pratica teatrale). Una curiosità: ho scritto il romanzo immaginando che ad interpretare i personaggi fossero: Fabrizio Bentivoglio (Bosdaves); Sergio Rubini (Spadaro); Laura Morante (Irene); Valentina Lodovini (Martina). Addirittura, descrivendo Spadaro, avevo davanti agli occhi una foto di Rubini (Capitolo 49, pag. 311 del testo editato).

Dal punto di vista letterario, non mancano gli argomenti per parlare di Bari: crocevia dei traffici con l’Est europeo (legali e illegali), ponte tra Oriente e Occidente (a Bari Carrassi c’è una chiesa russa!), territorio dilaniato dalla microcriminalità (nuove leve dalla pistola facile), interi quartieri dominati dalla malavita (Japigia e S. Paolo), infiltrazioni della Sacra Corona Unita.

Qualcuno ritiene che il romanzo di denuncia sociale dovrebbe colmare l’assenza del giornalismo d’inchiesta. Sia pure. Ma un romanzo non può essere valutato con le stesse modalità di un articolo di cronaca: se eliminiamo dalla narrazione la componente dell’immaginario, che cosa ci rimane?  Senza immaginazione, la realtà può solo essere descritta, ma non si può guardare oltre, non si possono conoscere i pensieri dei personaggi e quindi penetrare  nella loro rappresentazione delle cose, nella loro sofferenza. Inoltre,  io credo che, in un romanzo, la funzione di denuncia sociale e l’aspetto artistico siano compatibili. Dico di più: se le ingiustizie narrate in un libro sono potenti, necessariamente ritmo ed eleganza della scrittura devono essere all’altezza, altrimenti il risultato è scompensato. La più lucida analisi sociale, senza una scrittura luminosa, non può rivelarsi arte.